domenica 1 marzo 2009

Da leggere...


...da chi lo ama, da chi lo odia, da chi lo tollera. E' un libro che va al di là del semplice percorso artistico e narrativo di un autore. Dalle parole di Gipi si capiscono le sue scelte, il perchè le abbia adottate ma soprattutto si capisce cosa sia ciò che fa. Dopo aver letto questo volumetto, ho capito che Gipi non è un fumettista nel senso più "classico" del termine. Il suo fare fumetti è legato puramente ad una scelta di medium, con un linguaggio (fatto di inquadrature, baloon, didascalie...) che gli permetta di raccontare delle storie disegnandole. Ok, per certi versi fare fumetti e raccontare storie disegnando può sembrare la stessa cosa. Io lo definirei più un narratore d'immagini che un fumettista. Il paragone è simile a quello tra un cantante ed un cantore. Un cantante studia la tecnica, scrive dei testi e applica la prima in funzione della seconda creando delle canzoni. Gipi vive nel mondo, vede ciò che succede e lo decanta, usando come tecnica l'esperienza e come testi il puro frutto delle proprie impressioni. Come definire allora fumettista una persona così? Non dico che sia meglio o peggio, sia chiaro. Penso che Gipi sia un promotore di qualcosa di totalmente nuovo ed inedito, nato da Pazienza e poi sviluppato lentamente da pochissimi altri autori che hanno avuto il coraggio di portare avanti con coerenza la sua lezione, il raccontare storie con onestà e sincerità. Allora forse non si è più di fronte al "Fumetto" ma a qualcosa di nuovo, che è ancora prematuro da definire con un termine indipendente. So che molti non saranno d'accordo con me, però io mi limito a riportare le mie impressioni, come fa Gipi, e come credo sia sensato fare!


Questo tassello si aggiunge a quelle riflessioni su tecnica, narrazione, cultura e fumetto, con le quali sto cercando di fare chiarezza nel mio lavoro.


Ps: un grazie enorme ad Andrea che mi ha permesso di leggerlo, dato che qui non l'ho ancora trovato!

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